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CINQUE INSOSPETTABILI FORME DI CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE


 

Tattiche di sorveglianzaCINQUE IMPRESSIONANTI TATTICHE DI SORVEGLIANZA

Le erosioni della libertà civili degli americani dipendono dagli elevati livelli di apatia pubblica. Nel frattempo, alcuni delle più grandi minacce alla privacy, oltre ai dati non sicuri on-line oppure al tracking degli iPhone o dei GPS, sono fisicamente discrete e quindi facilmente ignorate. E ci vorrà meno di un anno o due per vedere il cielo invaso da aerei droni spia. Così un metodo di monitoraggio, che sembra letteralmente provenire dalla sceneggiatura di un film di fantascienza, ci aiuta a rivelare come su larga scala la sorveglianza commerciale è diventata assai sofisticata e governativa. Di seguito i cinque recenti sviluppi che sembrano quasi irreali nella loro spaventosa distopia:

 

1. Gli autobus ed i tram che possono sentire quello che dici.SFMTA

Non si può davvero andare da nessuna parte in America senza essere seguiti dalle telecamere. Ma vedendo che non sono sufficienti, secondo un rapporto del Daily, tutte le città si stanno attrezzando per l’ascolto di conversazioni private sui mezzi pubblici. A San Francisco, i funzionari della città hanno intenzione di installare telecamere di sorveglianza che registrano i 357 autobus e filobus giornalieri. Questi sistemi hanno la capacità di filtrare il rumore di fondo e di migliorare la registrazione della conversazione tra passeggeri. I funzionari hanno detto che lo scopo di questo sistema è semplicemente quello di aiutarvi a risolvere le controversie tra gli utenti del bus. I funzionari di San Francisco non fanno commenti, ma il Daily ha trovato documenti giustificativi su questa tecnologia di approvvigionamento di dati. “Lo scopo di questo progetto è quello di sostituire i sistemi esistenti di videosorveglianza della flotta SFMTA con un nuovo affidabile e tecnologicamente avanzato sistema in grado di aumentare la sicurezza dei passeggeri e di migliorare l’affidabilità e la manutenzione del servizio”. È un bene che il ‘Department of Homeland Security’, che copre l’intero costo del sistema di monitoraggio di San Francisco, si ostini a garantire corse in autobus piacevoli per i passeggeri!

 

Eye-See2. I manichini che possono vedere.

Una manciata di rivenditori negli Stati Uniti e in Europa stanno installando manichini nei loro negozi in grado di determinare età, sesso e razza dei clienti, così come Bloomberg ha riferito il mese scorso. Non preoccupatevi, il dispositivo di riconoscimento del volto è nascosto, quindi non c’è modo di sapere se le bambole di plastica giganti nel negozio che vi guarda lo hanno oppure no. La società che ha sviluppato i modelli (nome Eye-See) vende i suoi articoli come segue: Questa speciale telecamera installata nella testa del manichino analizza i tratti del viso delle persone che passano attraverso la sua parte anteriore e fornisce informazioni statistiche di fondo, utili per lo sviluppo di strategie di marketing mirate. Il software può anche fornire altri dati come il numero di persone che passano davanti ad una finestra o vetrina in determinati momenti della giornata. Sono inoltre in procinto di sviluppare la tecnologia che cattura nelle conversazioni dei clienti alcune parole chiave per aiutarli ad adeguare i propri piani di marketing. Uno schermo di pubblicità, espressamente destinata a ciascun cliente, è anche il futuro di Eye-See. In realtà, lo scenario ideale non sarebbe se i clienti fossero sostituiti da manichini programmati per comprare qualcosa altro?

 

3. Orologi biometrici.orologio biometrico

Per troppo tempo, i datori di lavoro non hanno avuto la possibilità di estrarre ogni secondo lavorativo dai loro dipendenti con precisione scientifica. Grazie alle meraviglie della tecnologia di riconoscimento facciale, molti dipendenti (a basso costo di manodopera) hanno l’obbligo di effettuare il login sui luoghi di lavoro a lavorare sul riconoscimento del volto invece di usare carte, chiave o codici. Orologi biometrici come FaceIn, più comunemente in uso nei cantieri, possono creare un avatar dei lavoratori e la macchina continuerà e maturerà con il dipendente, segnalandone tutti i suoi spostamenti. Nel frattempo, molti ristoranti fast food ed alcuni rivenditori cominciarono a utilizzare orologi a registrazione biometrica di impronte digitali, come il ‘U.are.U’: un lettore di impronte digitali per evitare che i dipendenti si allontanino prima del termine del lavoro.

 

chip4. La marcatura dei bambini.

È meglio formare le persone nel campo della robotica presto e molte scuole americane, aiutati dai fornitori di tecnologie di sorveglianza, ci stanno lavorando. Il mese scorso, al secondo anno della Texas School District hanno continuato a chiedere gli studenti di indossare i chip RFID che seguono i loro movimenti, ma questo è solo l’inizio. Gli amministratori delle scuole in tutto il mondo hanno installato TVCC e macchine fotografiche, RFID e Monitor di tracciamento GPS, per sapere dove gli studenti vanno e cosa fanno, come David Rosen ha riportato per AlterNet. Un programma pilota per gli studenti delle scuole medie ha utilizzato il GPS per garantire che i bambini non siano in ritardo: per ogni giorno perso di scuola, gli studenti ottengono un sistema automatizzato di sveglia che li chiama per ricordare loro di andare a scuola in orario. Inoltre, cinque volte al giorno, sono tenuti a inserire un codice che traccia le loro posizioni: quando vanno a scuola, quando arrivano a scuola a mezzogiorno, quando lasciano la scuola, sino a 20 ore. A questi studenti è stato anche assegnato un adulto “coach” che ha chiamato almeno tre volte alla settimana per vedere cosa stanno facendo e per aiutarli a trovare modi efficaci per garantire il loro arrivo puntuale a scuola.

 

5. Archivi di dati biometrici.biometria

Le agenzie federali che vanno dall’FBI al ministero della Difesa, sino al DHS stanno ridisegnando i loro database per includere l’iride, la voce, le misure dell’andatura, il riconoscimento facciale e le registrazioni di cicatrici e tatuaggi. Essi hanno anche un mandato per scambiare queste informazioni tra le varie agenzie e con soggetti stranieri ‘anonimi’.

Scritto da – Tana Ganeva
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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 6 marzo 2013 in Multinazionali

 

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PIOGGIA DI PILLOLE E POCA CHIAREZZA – L’esercito dei bambini iperattivi


ADHDIL BAMBINO NON RIESCE A STAR FERMO SULLA SEDIA?

Va male a scuola? È maleducato e mostra insofferenza verso l’autorità? Due sono i casi: o il piccolo è semplicemente troppo vivace e poco disciplinato, oppure è malato. La malattia si chiama Adhd (acronimo che sta per Attention Deficit Hyperactivity Disorder): meglio nota come iperattività, provocherebbe deficit di attenzione e problemi comportamentali.Se, come per molte patologie di questo tipo, non si è ancora riusciti a determinarne l’origine (così come la diagnosi pare ancora nebulosa), l’industria farmaceutica è arrivata al solito prima di tutti: Ritalin, Adderall e altri psicofarmaci e stimolanti sono ormai entrati a far parte della “dieta” farmacologica di milioni di bambini in tutto il mondo.In Italia la polemica è riesplosa di recente, dopo l’autorizzazione, a partire dal 2013, della vendita della guanfacina, nuovo psicofarmaco per bimbi affetti da Adhd, la cui sperimentazione in questi anni è passata quasi sotto silenzio. La denuncia parte dall’associazione “Giù le mani dai bambini”, che si occupa di farmacovigilanza pediatrica, e dalla giornalista Rita Dalla Rosa, che nel suo libro “La fabbrica delle malattie“ (Ed. Terre di mezzo), svela nel dettaglio i meccanismi di marketing delle case farmaceutiche per questo tipo di medicinali. Scopriamo così come le loro campagne pubblicitarie siano sempre mirate all’attivazione di “un discorso” su una vera o presunta malattia, in realtà finalizzato alla promozione di un farmaco già pronto per essere immesso sul mercato. Che in questo caso specifico, gli psicofarmaci per bambini, Della Rosa stima in ben 3 miliardi di euro.

SECONDO IL REGISTRO CREATO NEL 2007 DALL’ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITA’

e voluto proprio dall’associazione “Giù le mani dai bambini”, i piccoli italiani a cui sono somministrati i medicinali contro l’iperattività sarebbero circa 2mila. A questi, però, bisogna aggiungere i 57mila minori tra 0 e 13 anni che, secondo il Rapporto Arno-bambini 2011, sono in cura con psicofarmaci per altre patologie. Infine c’è l’indagine condotta da Telefono Azzurro ed Eurispes, da cui è emerso che tra gli studenti delle scuole superiori il 18,6% dichiara di assumere tranquillanti e il 14.7% di far uso regolare di antidepressivi.Se in Italia il fenomeno è in crescita ma comunque monitorato (siamo per ora gli unici ad avere un registro ufficiale dei piccoli pazienti trattati con i farmaci per l’Adhd), nel resto del mondo le cifre si fanno più impressionanti. In Inghilterra, ad esempio, le prescrizioni di “pillole per l’attenzione” in 10 anni sono quadruplicate. Ma è soprattutto negli Stati Uniti che il trend delle diagnosi di iperattività con conseguente prescrizione di psicofarmaci pare non volersi arrestare. Secondo le stime dei Centri di Diagnosi e prevenzione statunitensi, l’Adhd già ne 2007 era stata diagnosticata a circa 5,4 milioni bambini americani tra i 4 e i 17 anni, in pratica il 9,5%. In realtà manca ancora un database ufficiale e probabilmente le percentuali oggi sono molto più alte. Inoltre, spesso gli studi dicono tutto e il contrario di tutto, segno di quanto la reale conoscenza della malattia, ma soprattutto il mercato e gli affari, giochino un ruolo centrale nella questione.Certo, sul fatto che la patologia esista sembrano non esserci più dubbi, anche se ancora si dibatte sulla sua origine, determinata probabilmente da una combinazione di fattori diversi: genetici, ambientali, traumatici, o cerebrali. All’incertezza su origine e diagnosi, si aggiunge il problema che spesso i farmaci vengono prescritti anche a chi malato non è, semplicemente per migliorare voti e rendimento scolastico, o anche come soluzione alle devianze sociali giovanili. Perchè negli Usa succede anche questo.

PER NON PARLARE DELLE DIAGNOSI DI ADHD

effettuate da molti medici con assoluta superficialità, senza aver fatto tutte le dovute valutazioni anche per quanto riguarda le condizioni ambientali e il passato del bambino, con tanto di audizioni di famiglia e insegnanti. Spesso, infine, sono gli stessi genitori (magari entrambi lavoratori full time), che chiedono il trattamento farmacologico per il proprio bambino, estenuati dal suo comportamento apparentemente o realmente ingestibile.Ma questi psicofarmaci per l’attenzione servono davvero? Il Ritalin, ad esempio, è una pillola a base di anfetamina, che agisce su alcuni neurotrasmettitori chimici del cervello come la noradrenalina e la dopamina. Aiuta i bambini non solo a concentrarsi e a stare buoni e tranquilli, ma migliorerebbe anche la socialità e le prestazioni motorie. Diversi studi hanno dimostrato che circa il 70% dei bambini sottoposti a trattamento farmacologico hanno riscontrato un effettivo miglioramento dei sintomi dell’Adhd. Ma oltre al fatto che si sta abituando un cervello in via di sviluppo all’utilizzo di una “droga”, bisogna fare attenzione anche agli effetti collaterali, la maggior parte leggeri, ma che possono diventare anche gravi: inappetenza, irritabilità, nausea, insonnia, addirittura tendenze suicide.

QUESTI FARMACI AUMENTANO LA CONCENTRAZIONE NEI BREVI PERIODI

ed è per questo che agiscono così bene anche con gli studenti che devono affrontare gli esami. Ma se vengono dati ai bambini nel lungo periodo, gli effetti svaniscono: i bambini non migliorano né il loro comportamento né i loro voti spiega in un commento al New York Times, Alan Sroufe, docente di psicologia dell’Institute of Child Development dell’Università del Minnesota. Che aggiunge come, in realtà, dei veri e propri studi sugli effetti a lungo termine ancora non siano stati effettuati.E se i metodi alternativi per trattare malattie come l’Adhd esistono, c’è da dire che sono scarsamente seguiti. Secondo i sostenitori di questo approccio, bisognerebbe innanzitutto lavorare con le famiglie e le classi, e anche la dieta può giocare un ruolo decisivo nel contrastare i sintomi, eliminando gli acidi grassi Omega-3 e le deficienze di ferro e zinco. Il problema è che questo tipo di trattamento necessita di molto tempo e sinergie, soprattutto ci vogliono fondi, mentre il farmaco è veloce ed economico, oltre che spinto a più non posso dalle industrie farmaceutiche. In questo modo, sostengono i fautori del trattamento mirato, “ci si abitua a pensare che tutti i problemi possano essere risolti con una pillola, mentre il bambino cresce con il pensiero che in lui ci sia qualcosa di sbagliato”.“Alla fine non abbiamo molta scelta – commenta tra gli altri Michael Anderson, medico che opera tra le famiglie povere della Contea Cherokee in North Atlanta, e che spesso ha dovuto somministrare farmaci come Ritalin e Adderall ai suoi piccoli pazienti – Come società abbiamo deciso che è troppo dispendioso modificare l’ambiente del bambino. Così, abbiamo modificato il bambino stesso”.

Scritto da – Anna Toro

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 Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 5 marzo 2013 in Multinazionali

 

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I CRIMINI DI MONSANTO CON I SOLDI DI BILL GATES


 

BILL GATES E’ FONDAMENTALMENTE NOTO PER ESSERE IL FONDATORE DI MICROSOFT

l’azienda produttrice del notissimo sistema operativo Windows. Ricchissimo, si è ritirato dalla guida dell’azienda ed ora impiega tempo e denaro nel finanziare le tecnologie per la modificazione genetica, la geo-ingegneria, le vaccinazioni sperimentali e nel diffondere la buona novella della Monsanto salvatrice dalla fame nel mondo. EffedieffeNessuna sorpresa quindi nel leggere che Gates possiede 500.000 azioni della Monsanto. Controvalore: 23 milioni di dollari.Ma è sempre Monsanto quell’azienda che è stata beccata a gestire in Argentina gruppi di lavoratori in nero, schiavizzati e costretti a lavorare 14 ore al giorno – per giunta spesso senza stipendiarli. Azienda che ricorre ai propri colossali fondi per pagare organizzazioni che falsificano letteralmente le dichiarazioni della FDA al fine di diffondere gli organismi geneticamente modificati.Non mettiamo nemmeno in conto i suicidi di agricoltori in India, dovuti all’incapacità dei prodotti Monsanto di garantire i raccolti, suicidi che si verificano al ritmo di 1 ogni 30 minuti in quella zona agricola che è tristemente nota come ‘fascia dei suicidi’.

 
BILL GATES FINANZIA ANCHE AZIENDE CHE RIDUCONO I MINORI IN SCHIAVITU’

Come se non bastasse, la Bill and Melinda Gates Foundation collabora con la Cargill con l’obbiettivo di diffondere la soia OGM nel 3° mondo. La Cargill è una multinazionale da 133 miliardi di dollari beccata anch’essa a violare le leggi sul lavoro ed incriminata dall’International Labor Rights Fund per traffico di minori dal Mali e per riduzione in schiavitù di minori come lavoratori nelle piantagioni di cacao, dove sono costretti a lavorare dalle 12 alle 14 ore al giorno, con paghe misere ed alimentazione insufficiente. L’azienda intanto continua ad acquistare cotone dall’Uzbekistan, dove è ben noto che sia il frutto di lavoro nero minorile.Bill Gates si è prestato in prima persona per spot pubblicitari a favore degli OGM Monsanto, nei quali li magnifica come «La soluzione» alla fame nel mondo quando persino l’ONU ha riconosciuto che gli OGM non possono sconfiggere la fame altrettanto bene quanto l’agricoltura tradizionale.

 

IL TEMA DELLA FAME NEL MONDO

è stato studiato in particolar modo dall’International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development (IAASTD), un gruppo di 900 fra scienziati e ricercatori. I risultati della ricerca sono abbastanza chiari: 900 scienziati concordano che le sementi OGM non sono la soluzione alla fame nel mondo. I risultati sono stati pubblicati nel 2008, ben prima che Bill Gates – ignorandole – iniziasse a proclamare per ogni dove che gli OGM sono la soluzione miracolosa.Anche la Union of Concerned Scientists ha esaminato la verità sui raccolti prodotti dagli OGM, giusto per scoprire che sul lungo periodo le sementi OGM non producono nessun aumento nei raccolti, mentre hanno un costo eccessivo e recano un grosso danno alla salute ed all’ambiente. La mancanza di basi scientifiche è risultata tanto evidente agli occhi della Union da voler documentare tutto in modo dettagliato, all’interno di un resoconto del 2009 intitolato: «Raccolti fallimentari».

 

SONO MOLTE LE CRITICHE CHE SI SONO LEVATE CONTRO GATES PER TALI FINANZIAMENTI

per esempio dal gruppo Community Alliance for Global Justice, che ha dichiarato:«La Monsanto ha un passato di crasso spregio delle esigenze e del benessere dei piccoli agricoltori sparsi per il mondo… la questione solleva grossi dubbi sul pesante finanziamento dato dall’azienda allo sviluppo dell’agricoltura africana…».Allora, come mai Bill Gates, un uomo osannato dai media come un santo filantropo versa milioni – se non miliardi – in operazioni di questo tipo? E perché continua a dire che gli OGM possono combattere la fame nel mondo quando sa che non è vero, visto che fanno al contrario calare i raccolti e creano altri problemi?Domandiamolo a Bill GatesIeri Gates si è reso disponibile a rispondere alle domande di utenti online tramite il sito sociale Reddit, in quella che si presentava come una intervista aperta, del tipo «Chiedetemi qualunque cosa». Era un’opportunità unica per chiedere a Bill Gates in persona perché avesse acquistato in modo occulto 500.000 azioni Monsanto – a parte questioni fiscali – e perché facesse squadra con la Cargill per diffondere gli OGM nel mondo. Cosa che in tanti ci domandiamo.Alle domande su Reddit avrebbe risposto in forma scritta. Così, benché avessi una quantità di domande da porgli – una per tutte: «se lui per primo mangiasse OGM» – gli ho semplicemente chiesto:«Perché ha comprato 500.000 azioni Monsanto?»Non arrivando la risposta, sono partiti numerosi commenti con gli utenti che domandavano a Gates, per favore, se voleva rispondere. Quindi molti altri hanno posto delle varianti di questa stessa domanda. Domande rimaste tutte senza risposta – come previsto.

 

ECCO ALCUNI COMMENTI ALLA MIA DOMANDA

Lawfairy scrive: «Avrei voluto rispondesse; per me questa è una delle cose più incomprensibili circa di Gates, persona che altrimenti rispetto come uno dei più eminenti filantropi della nostra generazione… Per me i rapporti di Gates con la Monsanto sono l’aspetto moralmente più discutibile della sua intera attività».Un altro utente scrive: «Non potrebbe dedicarci un po’ del suo tempo per chiarirci dei suoi investimenti nella Monsanto? Questa multinazionale, benché titoli di voler metter fine alla fame nel mondo, ha fatto negli ultimi 100 anni delle cose decisamente deprecabili, ed io non credo che avessero a cuore gli interessi della gente. Io credo che il modo per metter fine alla fame nel mondo non consista nell’avere un’unica azienda che manipola, controlla o possiede le scorte alimentari mondiali – o cerca di farlo».Un altro utente ha dato questa risposta: «[Ha le azioni Monsant] Perché appoggia il Bilderberg group!». Comunque, nessuno ha avuto una risposta ufficiale alle domande sulle azioni Monsanto. L’intenzione ovvia sembra quella di voler lasciar svanire la cosa nel flusso della stampa allineata, quella che sembra pensare che Bill Gates sia il nr. 1 dei filantropi, incapace di fare del male.Noi invece troviamo assolutamente inaccettabile che qualcuno che finanzia i piani di aziende collegate agli OGM ed allo sfruttamento del lavoro nero minorile venga accolto con un applauso.
Anthony Gucciardi

Traduzione per EFFEDIEFFE a cura di Massimo Frulla, revisione di Lorenzo de Vita
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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 26 febbraio 2013 in Multinazionali

 

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BIG FOOD – Il cibo non è più libero


 

 

BIG FOOD COME BIG FARMA

Un gruppo di imprese multinazionali che controllano il mercato degli alimenti, così come Big Pharma controlla quello dei farmaci. E come, potremmo aggiungere, Big Tobacco controlla quello delle sigarette, Big Alcohol quello delle bevande alcoliche e Big Drink quello delle bevande gassate. Ma tabacco e alcol fanno decisamente male e potremmo farne a meno. Del cibo invece non possiamo fare a meno, non possiamo non alimentarci; ma ciò che mangiamo è direttamente correlato al nostro stato di salute. Da qui l’interesse della rivista PLoS Medicine, una rivista open access che permette di scaricare gli articoli con i testi completi e di leggerli e diffonderli gratuitamente. Perché PLoS Medicine si interessa di Big Food e vi dedica 7 articoli? Perché viviamo in un mondo dove un miliardo di persone soffre la fame e, ironia della sorte, due miliardi sono obesi o sovrappeso. Perché dirigenti e consulenti di Big Food sono presenti in tutti i consessi nazionali e globali dove si disegnano politiche per la salute. Perché Big Food finanzia e sponsorizza ricerca e sviluppo in salute e nutrizione, con un grande impatto sulle politiche di cui sopra. Perché molte multinazionali degli alimenti e delle bevande si stanno riposizionando sul mercato come imprese per la nutrizione e la salute. Perché in tutto ciò vi sono evidenti conflitti d’interesse. Leggiamo e discutiamone.

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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 21 febbraio 2013 in Multinazionali

 

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RISO CON GENI UMANI


 piante transgenicheA TOKYO RICERCATORI INSERISCONO NEL RISO UN GENE PRELEVATO DAL FEGATO UMANO

(il “tocco” umano renderebbe la pianta resistente a una dozzina di pesticidi…) Gli scienziati hanno dato il via a esperimenti di introduzione di geni di esseri umani in coltivazioni per il consumo aprendo nuovi drammatici orizzonti alle tecniche di manipolazione genetica.   L’iniziativa, che sta causando disgusto e raccapriccio presso gli oppositori, è destinata a rinvigorire le accuse secondo cui la tecnologia OGM sta creando “cibi Frankenstein” e ad infiammare il dibattito intorno a questo argomento. Già prima di questo nuovo sviluppo, molti, fra cui il principe Carlo, avevano contestato la tecnologia argomentando che è come volersi sostituire a Dio creando combinazioni innaturali di esseri viventi.A detta degli ambientalisti, nessuno vorrà mangiare cibo parzialmente derivato dall’essere umano in quanto susciterebbe l’impressione di praticare il cannibalismo. I sostenitori, invece, affermano che questa controversa iniziativa non presenta alcun problema etico e potrebbe anzi comportare vantaggi per l’ambiente.

NELLA PRIMA MANIPOLAZIONE DI QUESTO GENEREfegato

alcuni ricercatori giapponesi hanno inserito nel riso un gene prelevato dal fegato umano per metterlo in condizioni di digerire pesticidi e prodotti dell’industria chimica. Il gene produce un enzima, nome in codice CPY2B6, particolarmente abile nell’attaccare le sostanze chimiche dannose presenti nell’organismo.Le coltivazioni OGM attuali sono modificate con i geni di batteri per renderle resistenti agli erbicidi, in modo che non vengano danneggiate quando i campi vengono irrorati per combattere le erbe infestanti. La maggior parte di questi geni, però, è in grado di combattere un solo erbicida, così che deve essere usato ripetutamente, permettendo in tal modo alle erbacce di sviluppare resistenza al rimedio. Ma i ricercatori dell’Istituto nazionale di scienze agrobiologiche di Tsukuba, a nord di Tokyo, hanno scoperto che l’aggiunta del “tocco umano” rendeva il riso immune a 13 erbicidi diversi.

erbe infestantiQUESTO SIGNIFICHEREBBE CHE LE ERBE INFESTANTI

potrebbero essere tenute a bada cambiando continuamente i prodotti chimici utilizzati. Gli scienziati a favore dell’esperimento affermano che il gene potrebbe anche aiutare a combattere l’inquinamento. Il professor Richard Meilan dell’università di Purdue, nell’Indiana, Stati Uniti, che ha condotto esperimenti con un gene analogo prelevato dai conigli, sostiene che le piante manipolate potrebbero “eliminare le tossine” dal terreno contaminato. Potrebbero addirittura distruggerle in modo così efficace che i prodotti coltivati nel terreno inquinato sarebbero idonei al consumo alimentare. Tuttavia, condividendo il parere di altri scienziati, avverte che, se il gene migrasse in piante selvatiche affini al riso, potrebbe creare delle supererbe infestanti particolarmente aggressive e resistenti a una vasta gamma di erbicidi.

AGGIUNGE

“Non ho alcun problema di tipo etico contro l’utilizzo dei geni umani nella manipolazione delle piante”, accantonando come “sciocchezze” la definizione di “cibi Frankenstein”.È infatti convinto che l’opposizione europea nei confronti delle coltivazioni e del cibo OGM sia alimentata dal protezionismo agricolo. Ma Sue Mayer, direttore di GeneWatch UK, ieri ha affermato: “Non credo che qualcuno vorrà comprare questo riso. La gente ha già espresso disgusto nei confronti dell’utilizzo di geni umani e ha l’impressione che le proprie preoccupazioni siano ignorate dall’industria biotech. Questo non farà altro che minare ancor più la loro fiducia.” Pete Riley, direttore del gruppo di pressione contro gli OGM, Five Year Freeze, ha affermato: “La cosa non mi sorprende. “L’industria è capace di tutto e questa nuova idea fa certamente pensare a Frankenstein.”

Traduzione di Susanna Talia

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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 17 febbraio 2013 in Multinazionali

 

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ECUADOR – La guerra indigena al petrolio


SONO PRONTI A COMBATTERE CON LE CERBOTTANE CONTRO LE ARMI DA FUOCO

I 400 indigeni della tribù Kitchwa vivono bel cuore del Parco Nazionale delle Yasuni, in Ecuador, che la Chevron Oil si prepara a invadere. La compagnia mira a mettere le mani sui 70 mila ettari di foresta pluviale, dove sono state identificate risreve petrolifere per un valore di 7,2 milioni di dollari. “Combatteremo fino alla morte. Ognuno di noi difenderà il proprio territorio” sostengono gli indigeni”.La comunità ha deciso di rifiutare un’offerta della compagnia petrolifera perché preoccupata per gli effetti a lungo termine dell’attività estrattiva sull’ambiente. Di recente, inoltre, si è saputo che il capovillaggio, senza alcuna autorizzazione, avrebbe firmato per conto suo un contratto che dava il via libera alle prospezioni. Il documento lascia cadere tutte le precedenti offerte di costruire una nuova scuola e garantire agli abitanti del villaggio l’assistenza sanitaria e prevede un indennizzo di appena 40 dollari per ettaro. Ma più dell’80 per cento degli indigeni è contrario alle ricerche petrolifere e pronto a battersi con le armi per salvare paesaggi che ricordano il pianeta “Pandora” di “Avatar”.

SE CI SARA’ UNO SCONTRO FISICO

ammette lo sciamano Patricio Jipa- finirà certamente in tragedia, Noi possiamo solo morire per difendere la foresta. Preferiremmo la resistenza passiva, ma in questo caso non è più possibile. Non saremo noi a iniziare, ma tenteremo di fermarli e poi accadrà quel che deve accadere.L’Equador è l’unico paese del mondo a riconoscere il valore giuridico della natura nella propria costituzione. Ma la pressione degli interessi economici si fa sempre più forte, e pochi hanno ascoltato l’appello del governo equadoregno a sostenere finanziariamente il parco dello Yasuni per evitare le esplorazioni petrolifere. Che ora sono puntualmente arrivate.Nel Paraco dello Yasuni vivono anche comunità indigene mai contattate, come le tribù dei Tagaeri e dei Taromenane, che hanno combattuto taglialegna illegali e missionari con le loro cerbottane, per proteggere la loro foresta e la loro cultura.

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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 14 febbraio 2013 in Multinazionali

 

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L’UNIONE EUROPEA METTE AL BANDO LA MEDICINA NATURALE


COME ABBIAMO VISTO NEL DOCUMENTARIO

Plantas que curan, plantas prohibidas, l’Unione Europea, in pieno stile statunitense, si è dimenticata dei suoi cittadini. È dominata da lobbies impresariali e, siccome le piante e i rimedi naturali della nonna non sono redditizi per queste persone (tra l’altro anche perché troppo efficaci), l’UE ha disposto un regolamento affinché cose tanto semplici come coltivare, vendere o realizzare prodotti derivati da piante medicinali sia illegale. A meno che non abbiamo a disposizione milioni di euro per presentare gli studi e le interminabili scartoffie richieste e, con un po’ di fortuna, entro qualche anno ottenere che la nostra pianta sia qualificata come “sicura”, sebbene in molti casi si tratti di piante già utilizzate da migliaia di anni i cui benefici ottenuti dall’utilizzo sono noti a tutti.

 

DI RECENTE IL PARLAMENTO EUROPEO

e il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea hanno ratificato il Regolamento 1924/2006/CE, in cui, molto ingiustamente, una persona che produce piante medicinali viene equiparata ai laboratori farmaceutici multinazionali. Sicuramente hanno tenuto conto solo del punto di vista dei grandi laboratori, così i piccoli produttori ed erboristi sono rimasti tagliati fuori. L’applicazione di questo regolamento, in pratica, rende illegale vendere piante medicinali, preparati, pomate e quasi tutto ciò che abbia a che fare con la Medicina Naturale. Infatti, i requisiti richiesti affinché un produttore possa immettere sul mercato il proprio prodotto sono tanto sproporzionati, che non credo esista qualcuno che rispetti tutte le condizioni per poterlo fare, e dubito che possa riscattare l’investimento attraverso la vendita dello stesso. Da più di un decennio l’Unione Europea si occupa di regolamentare e controllare quasi tutto in materia di Salute: piante, integratori alimentari e alimenti in sé, a quanto dicono per “europeizzare” il diritto alla salute.

 

MA NELLA PRATICA SOLO LE GRANDI MULTINAZIONALI

sono in grado di far fronte alle assurde richieste imposte. Tutto questo va a beneficio di giganti come Danone o Nestlé nel settore alimentare e, in quello farmaceutico, di Bayer, Novartis e molte altre. Infatti, se l’unica scelta possibile è la pastiglia, ditemi voi … Hanno già stilato vari regolamenti, codici e altri strumenti con i quali colpiscono il diritto di scelta dei cittadini, limitando, inoltre, i professionisti del settore, poiché riducono l’offerta di trattamenti, pregiudicando i piccoli produttori a vantaggio delle multinazionali. Tutto questo, evidentemente, per “proteggere il consumatore”, ed è questo l’obiettivo con cui è stata creata l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, o EFSA nel suo acronimo inglese (European Food Secutity Agency), con le nuove regolamentazioni. Sono stati presentati a questo ente 44.000 rapporti affinché fossero stabilite le proprietà benefiche di piante o alimenti naturali. La Commissione ha ridotto questo numero a 4.637 a causa delle ripetizioni, perché sembra che diversi stati dell’Unione abbiano inviato rapporti su una stessa pianta. Di questi rapporti inviati nel 2008 solo 222 sostanze sono state autorizzate fino ad oggi. Questo mette in pericolo tutta l’industria degli integratori alimentari, della cosmetica naturale e, ovviamente, della medicina naturale.

 

DIVERSI MEMBRI DEL EFSA

sono ex-impiegati di imprese di biotecnologie, pesticidi, industrie chimiche e multinazionali dell’alimentazione, sarà un caso? I nostri governanti ci stanno lasciando senza scelta, per questo è arrivato il momento di agire, di esigere i nostri diritti. In tanti hanno utilizzato e utilizzano prodotti naturali, sono rapidi, economici, fanno parte delle nostre tradizioni, e adesso sono illegali. Da quando in qua si devono dimostrare le proprietà benefiche del rosmarino, solo per citare un esempio tra migliaia, quando in Europa è utilizzato fin dall’epoca dell’Impero Romano? È disconoscere la storia, la scienza, tutto. È una violazione dei diritti di tutti i cittadini europei. Sono diversi i collettivi che stanno portando avanti azioni per impedire che ciò accada. L’IPSN (Istituto per la Protezione della Salute Naturale) sta cercando di raccogliere le firme necessarie per presentare una petizione al Parlamento Europeo, per frenare questa pazzia e fornire un nuovo approccio alla questione. Servono un milione di firme provenienti da sette stati membri dell’Unione. Non lasciamo che un’autorità controlli perfino quello che mangiamo, o che crema usiamo, o se utilizziamo delle erbe digestive.

-> Fonte – Tratto da

Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 5 febbraio 2013 in Multinazionali

 

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GREGORY PAGE – L’uomo che controlla il cibo del pianeta


HA 59 ANNI E NON CONCEDE INTERVISTE

Sicuramente il suo nome e quello della sua impresa non vi dicono niente. Eppure nelle sue mani passano la gran parte degli alimenti che riuscite a immaginare. Cargill è una delle quattro compagnie che controllano il 70% del commercio mondiale del cibo. Mentre il mondo affronta la più grande crisi alimentaria da decenni, loro fanno cassa “leggendo i mercati”….. Funziona così.Voi non lo sapete, ma il pane della vostra colazione è una merce con più valore del petrolio. La farina con cui è fatto si chiama Cargill. Vi dice qualcosa? E si chiama Cargill anche il grasso del burro che spalmate sul pane e il glucosio della marmellata.Cargill è il mangime che ha ingrassato la vacca da latte e la gallina che ha fatto le uova che friggiamo in padella. Cargill è il chicco di caffè e il seme di cacao; la fibra dei biscotti e l’olio di soia. Il dolcificante delle bibite, la carne dell’hamburger, la farina della pasta? Cargil. E il mais dei nachos, il girasole dell’olio, il fosfato dei fertilizzanti…? E l’amido che le industrie del petrolio raffinano per convertirlo in etanolo e mescolarlo alla benzina? Indovinate.

NON CERCATE MARCHE O ETICHETTE NON LE TROVERETE

Cargill ha attraversato la storia in punta di piedi. Com’è possibile che un’impresa fondata nel 1865, con 131.000 impiegati divisi in 67 paesi, con un fatturato annuo di 120.000 milioni di dollari, quattro volte quello di Coca-Cola e cinque quello di McDonald sia così sconosciuta? Come si spiega che una compagnia così gigantesca, con conti che superano l’economia del Kuwait, del Perù e di altri 80 paesi, sia passata inosservata? In parte perché è un’impresa familiare. Sì, i numeri stupiscono, ma Cargill non è quotata in borsa e non deve dar conto a nessuno. I soci sono uno sciame di discendenti dei fondatori, i fratelli William e Samuel Cargill, contadini dello Iowa che crearono un impero nel XIX secolo grazie a un silos di cereali collegato alla via ferroviaria in un paesino della prateria che non esisteva sulla cartina. Più tardi, un cognato – John MacMillan – prese le redini e per decenni, i Cargill e i MacMillan aggiunsero silos di grano, mulini, mine di sale, macelli e una flotta di navi mercantili. Oggi, circa 80 discendenti si suddividono i ricavati e giocano a golf. Di loro si sa poco, salvo che nelle feste gli uomini portano gonne scozzesi per onorare gli antenati. E che sette siedono nel consiglio d’amministrazione e sono nella lista Forbes dei più ricchi del pianeta, con fortune che si aggirano attorno ai 7000 milioni ciascuno. Il presidente della compagnia è Greg Page, un tipo flemmatico a cui piace dire, con lentezza, che Cargill si dedica “alla commercializzazione della fotosintesi”.

IN REALTA’ C’E’ POCO DA SCHERZARE

Quest’anno i prezzi degli alimenti di base sono aumentati in modo vertiginoso: il grano l’80%, il mais 63, e il riso, quasi il 10; i tre cereali che danno d mangiare all’umanità. Sono massimi storici, avverte la FAO, maggiori dei prezzi che nel 2008 causarono rivolte in 40 paesi e condannarono alla fame 130 milioni di persone. E i prezzi continueranno ad aumentare, pronostica il Financial Times. “Il prezzo dei cereali è critico per la sicurezza alimentare perché è l’elemento di base dei paesi poveri. Se i prezzi continuano a crescere ci saranno altre rivolte”.Le cause sono molteplici. Un insieme di siccità, cattivi raccolti e speculazioni. A guadagnarci sono in pochi. E tra loro ci sono le mastodontiche imprese che controllano il commercio mondiale dei cereali. Cargill ha triplicato i benefici nell’ultimo semestre e i suoi guadagni superano i 4000 milioni di dollari, record raggiunto nel 2008 nel pieno della crisi alimentare. La compagnia aveva scommesso che la siccità in Russia, uno dei grandi produttori mondiali, avrebbe obbligato Vladimir Putin a proibire le esportazioni per assicurare il consumo interno. E indovinò. “Abbiamo fatto un buon lavoro leggendo i mercati e abbiamo reagito rapidamente”, spiegò un portavoce di Cargill. In cosa consiste la reazione? Si tratta, essenzialmente, di giocare al Monopoli, comprando i raccolti nel mercato del futuro, cioè prima che sia piantato un solo seme, e di venderli poi in un posto o l’altro del pianeta, là dove risulti più proficuo..

 Traduzione a cura di MARIO SEI

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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 30 gennaio 2013 in Multinazionali

 

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LA BAYER VUOLE ENTRARE NEL BIO


 

ATTENTI ALLE MULTINAZIONALI DELLA DELLA CHIMICA ENTRANO NEL BIOLOGICO

Un esempio è la tedesca Bayer. Dopo l’acquisto dell’americana AgraQuest, Bayer CropScience prosegue infatti nella marcia verso un catalogo sempre più integrato da prodotti di origine naturale. Già con il primo passo il colosso tedesco si era portato a casa un’azienda, AgraQuest appunto, la quale conta nel proprio portfolio prodotti strategici come i fungicidi a marchio Serenade, Rhapsody, Sonata e Ballad.Ora Bayer arricchisce il proprio arsenale di mezzi tecnici naturali con l’acquisizione di Prophyta GmbH, azienda produttrice operante anch’essa nel segmento bio.La società ha sede a Malchow, nella Regione tedesca del Meclemburgo-Pomerania. Oltre ai prodotti, l’acquisizione comprende anche i laboratori di ricerca e sviluppo, come pure gli stabilimenti di produzione e formulazione. Prophyta, che oggi conta un organico di circa trenta dipendenti, fu fondata nel 1992 e da allora offre prodotti principalmente basati su agenti di controllo biologici.Il suo nematicida BioAct è disponibile in dieci paesi. Prophyta ha sviluppato una specifica tecnologia di fermentazione per la produzione e lo sviluppo di funghi filamentosi.Questa acquisizione è per Bayer CropScience un investimento verso la costruzione di una piattaforma tecnologica leader nel segmento dei prodotti naturali, impiegabili nel biologico, ma non solo…La piattaforma tecnologica di Prophyta aumenta la nostra capacità di offrire ai coltivatori in tutto il mondo una tecnologia complementare alle usuali soluzioni agricole’ ha detto Rüdiger Scheitza, membro del consiglio direttivo di Bayer CropScience AG e Responsabile Stra.(fonte: AgroNotizie)

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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 28 gennaio 2013 in Multinazionali

 

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RITIRO DI ALCUNI PRODOTTI BUITONI


SONO STATI TROVATI PICCOLI CORPI ESTRANEI DI NATURA METALLICA NELLA PIZZA SURGELATA “CASA BUITONI”

Sono stati trovati alcuni piccoli corpi estranei di natura metallica nella pizza surgelata ‘Casa Buitoni’. Li hanno trovati dei consumatori tedeschi e a seguito di due reclami in Germania, la Nestle’ ha deciso di avviare a scopo cautelativo il ritiro volontario di tutti i lotti di 2 varieta’ di pizza surgelata prodotte in Germania, che riportano sulla confezione l’indicazione “da consumarsi preferibilmente entro..” il periodo compreso fra giugno e novembre 2013.Nestle’ Italiana, pur non avendo ricevuto simili reclami, e non avendo altre evidenze al riguardo, ha comunque ritenuto anch’essa di procedere al ritiro precauzionale e cautelativo dei lotti delle varieta’ che hanno interessato il mercato italiano e che riguardano solo ed esclusivamente le pizze “Le Creazioni di Casa Buitoni”. Oggetto di ritiro in Italia – riferisce un comunicato – sono le pizze surgelate “Le Creazioni di Casa Buitoni” che riportano l’indicazione sulla confezione “da consumarsi preferibilmente entro?” il periodo compreso fra giugno e novembre 2013. La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro ?”e’ visibile sul lato sinistro della confezione “Tutte le altre referenze di pizza surgelata Buitoni vendute in Italia – riferisce una nota dell’azienda – sono assolutamente sicure per il consumo”.

Nel caso vi sia presente questa dicitura potete contattare il numero verde messo a disposizione 800.227.228, in particolar modo i tre prodotti incriminati sono:
Pizza mozzarella, provolone e pomodorini con il seguente codice a barre:  800300287127
Pizza spinaci e armonia di formaggi con il seguente codice a barre:   800300287141
Pizza funghi e armonia di formaggi con il seguente codice a barre:    800300311518

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Redatto da Pjmanc:  http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 21 gennaio 2013 in Multinazionali

 

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