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AUMENTANO LE ANOMALIE NEL SISTEMA SOLARE – Nuove immagini del esagono di Saturno +video


 NEL NOVEMBRE 2006 LA NOTIZIA DI INSOLITI TORNADI SU SATURNO CON LE IMMAGINI TRASMESSE DALLA SONDA CASSINI

avevano permesso di individuare una gigantesca tempesta, grande due terzi del diametro terrestre, e che occupava 8000 km del Polo Sud di Saturno. La tempesta rappresentava una assoluta novità osservata su pianeti che non siano la Terra; aveva caratteristiche molto simili a quelle di un uragano anche se, come disse il dott. Andrew Ingersoll, membro della squadra Cassini, «Assomiglia ad un uragano, ma non si comporta come un uragano – Qualunque cosa sia, stiamo cercando di mettere a fuoco l’occhio di questa tempesta per scoprire perchè è là».Anche in questo caso, gli scienziati non sanno cosa pensare, né hanno idea dell’origine del bizzarro comportamento climatico dei pianeti. Passa un anno e nel Marzo del 2007, sempre la sonda Cassini mostra le incredibili immagini di un nuovo uragano su Saturno, talmente grande da includere tutto il proprio polo nord. Ma la cosa incredibile è che questa volta la formazione ciclonica è di forma esagonale!

E’ UNA COSA MOLTO STRANA

Il ciclone ha una forma geometrica assolutamente precisa presentando 6 lati praticamente di proporzioni perfettamente identiche», affermò allora Kevin Baines, esperto atmosferico e membro del team che curava lo spettrometro ad infrarossi della sonda Cassini al Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Pasadena. «Non abbiamo mai visto niente del genere su nessun altro pianeta. Anzi, la densa atmosfera di Saturno è dominata da onde che plasmano le nubi in modo circolare e celle convettive che fanno lo stesso lavoro, per cui è forse il pianeta del sistema solare in cui meno ti potresti aspettare l’apparizione di una formazione ciclonica in forma di una precisa figura geometrica a sei facce. Eppure è lì».Anche il clima di Giove sta cambiando, forse è tutta l’atmosfera del pianeta che si surriscalda, come avviene oggi sulla Terra, dove si registra un notevole aumento di intensità e di numero degli uragani. C’è un perché di queste variazioni climatiche del gigantesco Giove? Forse le nuove macchie ci aiuteranno a capirlo, e non si esclude che possano fondersi, dando luogo a una macchia grandissima, come quelle talvolta apparse e osservate a lungo su Saturno, altro pianeta su cui si scatenano tali uragani. Quanto alle colorazioni rossastre, vengono attribuite a vapori di zolfo.

AD OGGI NON SI CONOSCONO ANCORA GLI EFFETTI

di cosa stia succedendo, circa l’innalzamento della temperatura mai registrata prima, sia prima che dopo la mega tempesta su Saturno,  il cui vortice ha avvolto tutto l’emisfero settentrionale.Alcuni ricercatori parlano dell’influenza gravitazionale di un eso-pianeta, come ad esempio l’ormai famoso Pianeta X, di cui in questo periodo se ne sta sempre parlando di più. Insommma, una delle più grandi tempeste mai viste su Saturno dicono alla NASA, che potrebbe essere stata vittima di un soffocamento su stessa, dato le sue incredibili dimensioni.Quest’ultima tempesta, viene definita dalla NASA come la  ‘grande tempesta di primavera’ , quello che è stato un enorme vortice che ha travolto il record di tempeste potenti su Saturno, per un periodo di 267 giorni tra il 2010 e il 2011. La tempesta ha acquisito dimensioni tali che avvolgeva tutto l’emisfero settentrionale e la sua testa ha raggiunto le dimensioni paurose, tali da unirsi alla sua coda .

ANCHE DOPO LA “MORTE “DELLA TEMPESTA

il pianeta ha continuato a sentire i suoi effetti. Non a caso, il fenomeno ha generato un vortice più grande. variando e innalzando quindi una temperatura mai vista nel sistema solare.Terminato il vortice, ecco presentarsi di nuovo il famoso esagono di Saturno. La fotografie scattate dalla sonda spaziale Cassini,  che potete osservare di seguito, sono spettacolari, dove appunto si osserva l’esagono e gli anelli del pianeta in un’unica immagine. L’enorme ed enigmatica struttura di sei lati che circonda il Polo Nord di Saturno è chiaramente visibile, come lo sono gli anelli sullo sfondo, anche se in gran parte oscurati dall’ombra proiettata dal pianeta.Quindi i ricercatori e scienziati della NASA rammentano che il mistero non è del tutto risolto, ma di una cosa i ricercatori sono sicuri: la struttura esagonale, visibile anche nell’infrarosso è osservabile solo al polo nord del pianeta e sembra essere permanente o, quantomeno, avere un tempo di vita con durata che rimane solo un interrogativo.

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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 7 febbraio 2013 in Attualità

 

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IL 2013 ANNO DELLE COMETE – Ison sarà più luminosa della luna piena


A INAUGURARE LA SPECIALE PASSERELLA NEL CIELO

E’ la C/2012 K5 Linear ben visibile e, grazie alla vicinanza alla Terra più brillante nei primi giorni dell’anno. In primavera il testimone passerà a Panstarrs, il cui nome deriva dal telescopio che l’ha scoperta. Sarà visibile dal 10 al 24 marzo prossimi.Il 2013 sarà l’anno delle comete. La più spettacolare illuminerà il cielo da ottobre a gennaio 2014. Prende il nome dal telescopio grazie al quale è stata individuata – l’International scientific optical network (Ison) – da due astronomi dilettanti, che l’hanno scovata lo scorso settembre oltre il gigante gassoso Giove. Proviene dalla culla delle comete, la nube di Oort, una cintura di oggetti cosmici ghiacciati ai confini del sistema solare. Secondo gli astronomi, potrebbe essere la più bella cometa degli ultimi 100 anni, ben visibile in pieno giorno e persino più luminosa della stessa luna piena. Unico ostacolo: riuscire a sopravvivere all’incontro “ravvicinato” col Sole, meno di due milioni di chilometri, che rischia di frantumarla.

POTREBBE DIVENTARE MOLTO LUMINOSA

Spiega all’Ansa l’astrofisico Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope – in prossimità del suo massimo avvicinamento al Sole, a fine novembre 2013, quando arriverà a soli 1,5 milioni di chilometri dalla nostra stella”. Nel mese di dicembre, in particolare, la cometa sarà ben visibile dall’emisfero Nord, diventando l’assoluta protagonista del Natale del prossimo anno. Poi la sua luminosità inizierà gradualmente a diminuire. A differenza della più famosa cometa di Halley, Ison non è una cometa periodica e non è mai passata dalle nostre parti. È importante dal punto di vista scientifico perché porta con sé le molecole originarie del sistema solare, molte di natura organica, mai evaporate a differenza delle altre comete che le hanno ormai perse durante il loro peregrinare cosmico. Proprio per questa sua peculiare caratteristica i principali telescopi del mondo hanno già programmato di puntare i loro sofisticati occhi per ammirare la sua luminescente coda e analizzarne la composizione chimica.  Ma Ison non sarà sola. Altre due comete la precederanno. A inaugurare la speciale passerella è la C/2012 K5 Linear, luminosa e ben visibile, con l’aiuto di un piccolo binocolo, già dal mese scorso e, grazie alla vicinanza alla Terra, ancora più brillante nei primi giorni dell’anno. In primavera il testimone passerà a Panstarrs, il cui nome, come per Ison, deriva dal telescopio che l’ha scoperta, un osservatorio situato nelle isole Hawaii. Sarà visibile dal 10 al 24 marzo prossimi. ”Passerà a circa 50 milioni di chilometri dalla Terra”, sottolinea Masi. Una distanza pari a un terzo di quella che in media separa la Terra dal Sole.

asteroide ApophisNEL 2013 DARANNO SPETTACOLO ANCHE DUE ASTEROIDI

Il primo, del diametro approssimativo di 300 metri, è atteso il 9 gennaio, quando passerà a circa 15 milioni di chilometri dalla Terra. Si tratta dell’asteroide Apophis, già noto alle cronache perché il suo passaggio ravvicinato del 2036 è ritenuto dagli astronomi potenzialmente a rischio d’impatto con la Terra. ”Sarà un appuntamento molto interessante dal punto di vista scientifico – osserva Masi – perché aiuterà gli astronomi a calcolare la distanza con cui questo asteroide passerà nuovamente vicino alla Terra nel 2036”. Apophis tornerà anche nel 2029, a una distanza di sicurezza di 35.000 chilometri dal nostro pianeta. Il 15 febbraio, invece, transiterà vicino alla Terra, a poco più di 30.000 chilometri, l’asteroide 2012 DA14, del diametro di circa 50 metri.  Attese quest’anno anche due eclissi parziali di Luna. La prima, tradizionale, è prevista il 25 aprile. La successiva, in calendario il 19 ottobre, sarà, invece, una cosiddetta eclissi di penombra. La Luna, infatti, attraverserà un cono d’ombra proiettato dalla Terra nello spazio a causa della sua atmosfera.

di – Davide Patitucci
Fonte : http://www.ilfattoquotidiano.it
Redatto da Pjmanc:  http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 3 gennaio 2013 in Attualità

 

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SCOPERTO UN SISTEMA PLANETARIO SIMILE A QUELLO SOLARE


PROPRIO COME SUCCEDE NEL NOSTRO SISTEMA

Pianeti che ruotano attorno alla loro stella con un’orbita allineata all’equatore. Il sosia del sistema solare
E’ stato scoperto un sosia del Sistema Solare, i cui pianeti ruotano intorno alla loro stella con una configurazione simile a quella del nostro sistema planetario. Descritti sulla rivista Nature, i pianeti orbitano intorno alla stella chiamata Kepler-30 simile al Sole. La scoperta si deve a un gruppo di ricerca statunitense coordinato da Roberto Sanchis-Ojeda, del Massachusetts Institute of Technology (Mit) ed è stata possibile grazie al telescopio spaziale Kepler della Nasa, che ha scoperto i tre mondi extrasolari mentre transitavano davanti alla loro stella. E’ la prima volta che viene scoperto un sistema planetario di questo tipo e il risultato potrà aiutare a far luce sulle condizioni che determinano l’architettura di un sistema planetario. I pianeti sono stati chiamati Kepler-30b, Kepler-30c, Kepler-30d e sono tutti più grandi della Terra: hanno un raggio superiore di circa 4 volte, 13 e 10 volte quello del nostro pianeta. Come accade nel Sistema Solare, i pianeti hanno un’orbita allineata all’equatore solare, presumibilmente, spiegano gli esperti, per la loro formazione da un unico disco gassoso. In molti sistemi extrasolari, invece, i pianeti non hanno questa disposizione e presentano orbite non allineate con l’equatore stellare probabilmente a causa di caotiche interazioni dei pianeti durante la loro formazione o a causa di influenze dovute a stelle vicine. Un esempio per tutti sono i cosiddetti ‘Giove caldi’, pianeti giganti che orbitano vicino alle loro stelle, spesso disallineati con l’equatore stellare e alcuni con orbite retrograde, ossia che ruotano in senso opposto alla loro stella. Il fatto che alcune orbite planetarie possono essere perfettamente allineate con il piano dell’equatore della loro stella, mentre altre sono allineate ‘selvaggiamente’ dimostra, secondo gli autori della ricerca, che abbiamo ancora molto da imparare circa la formazione e l’evoluzione delle orbite dei pianeti.

Fonte: Ansa – http://www.cadoinpiedi.it

Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio

 
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Pubblicato da su 26 luglio 2012 in Attualità

 

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IL DISCO DELLA STELLA VEGA!


IL DISCO DI POLVERE CHE RUOTA ATTORNO ALLA STELLA VEGA SAREBBE PIU’ GRANDE DI QUANTO SI PENSAVA FIN ORA

Il disco è stato generato probabilmente dalla collisione di oggetti di notevoli dimensioni, pari forse fino a quelle del pianeta Plutone (oltre 2000 chilometri di diametro).Il telescopio spaziale Spitzer della NASA ha permesso di osservare le conseguenze di questo impatto: gli scienziati ritengono che pianeti embrionali si siano scontrati fra loro, frantumandosi in pezzettini e continuando a sbriciolarsi in altri frammenti fino a creare detriti sempre più piccoli. La luce di Vega riscalda i detriti, e il telescopio infrarosso di Spitzer è in grado di rivelare la loro radiazione.Vega, a 25 anni luce di distanza dal sistema solare, è la quinta stella più luminosa nel cielo terrestre: emette 60 volte più luce rispetto al Sole. Nel 1984, le osservazioni con un satellite infrarosso mostrarono per la prima volta la presenza di particelle di polvere attorno alla stella. Poiché Vega è così vicina, e poiché i suoi poli fronteggiano la Terra, offre ottime opportunità per studiare in dettaglio le nubi di polvere che la circondano.“I detriti di Vega – commenta Kate Su dell’Università dell’Arizona, che ha presentato lo studio al convegno dell’American Astronomical Society a San Diego – dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, che il processo di evoluzione dei sistemi planetari è piuttosto caotico”.

Autore: Massimo Bertolucci
Fonti: University of Arizona – Spitzer Space Telescope

Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio

 
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Pubblicato da su 4 giugno 2012 in Attualità

 

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NUOVO PIANETA NEL SISTEMA SOLARE?


FORSE SCOPERTO UN NUOVO PIANETA NEL SISTEMA SOLARE SITUATO OLTRE PLUTONE

Scienziati discordiIl nostro Sistema Solare continua a riservare molte sorprese agli scienziati, l’ultima è l’esistenza (presunta) di un nuovo pianeta che si troverebbe più lontano del già remoto Plutone.La supposizione è stata fatta da un astronomo dell’Osservatorio Nazionale del Brasile di Rio de Janeiro, Rodney Gomez, che ha spiegato in questo modo le anomalie nelle orbite degli ‘oggetti’ della Fascia di Kuiper; gli ‘oggetti’ sono corpi ghiacciati come asteroidi e piccoli pianeti detti ‘nani’(come Plutone Sedna ed Eris, di recente scoperta) mentre la Fascia di Kuiper è una regione del Sistema Solare che si estende oltre l’orbita del pianeta Nettuno.Ebbene, Gomez ha analizzato i movimenti orbitali di 92 ‘oggetti’ ed ha rilevato che alcuni di questi seguivano delle orbite che si discostavano da quelle previste dai modelli elaborati al computer ed ha quindi cercato di capirne il motivo: le spiegazioni plausibili per tali anomalie possono essere molteplici, ma lo studioso brasiliano sembra convinto che la soluzione del mistero sia una: la presenza di una massa planetaria grande abbastanza da causare effetti gravitazionali sugli oggetti della Fascia di Kuiper.
SECONDO RODNEY GOMEZ POTREBBE TRATTARSI DI UN PIANETA NOMADE

Cioè spinto fuori dal proprio Sistema Solare e catturato dall’orbita del nostro Sole, o viceversa, il piccolo pianeta potrebbe essersi formato all’interno e poi essere stato spinto nella zona periferica del nostro Sistema Solare.Purtroppo è difficile riuscire ad individuare l’effettiva presenza dell’ipotetico corpo celeste con i telescopi e le ricerche di Gomez non forniscono indicazioni sulle coordinate che esso dovrebbe occupare, per ammissione dello stesso astronomo ‘Può essere ovunque’.Le tante ombre di questa ‘scoperta’ la confinano per il momento nell’ambito di una supposizione, per la verità bocciata da molti colleghi come per esempio Rory Barnes (Università di Washington) che ha affermato:“Si tratterebbe di un fatto rilevante, ma non mi sembra ci siano prove sufficienti. Gomes però ha indicato la strada per capire come un pianeta del genere modificherebbe una parte del nostro Sistema Solare.”

fonte : http://www.mondoinformazione.com
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio

 
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Pubblicato da su 1 giugno 2012 in Attualità

 

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