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GREGORY PAGE – L’uomo che controlla il cibo del pianeta


HA 59 ANNI E NON CONCEDE INTERVISTE

Sicuramente il suo nome e quello della sua impresa non vi dicono niente. Eppure nelle sue mani passano la gran parte degli alimenti che riuscite a immaginare. Cargill è una delle quattro compagnie che controllano il 70% del commercio mondiale del cibo. Mentre il mondo affronta la più grande crisi alimentaria da decenni, loro fanno cassa “leggendo i mercati”….. Funziona così.Voi non lo sapete, ma il pane della vostra colazione è una merce con più valore del petrolio. La farina con cui è fatto si chiama Cargill. Vi dice qualcosa? E si chiama Cargill anche il grasso del burro che spalmate sul pane e il glucosio della marmellata.Cargill è il mangime che ha ingrassato la vacca da latte e la gallina che ha fatto le uova che friggiamo in padella. Cargill è il chicco di caffè e il seme di cacao; la fibra dei biscotti e l’olio di soia. Il dolcificante delle bibite, la carne dell’hamburger, la farina della pasta? Cargil. E il mais dei nachos, il girasole dell’olio, il fosfato dei fertilizzanti…? E l’amido che le industrie del petrolio raffinano per convertirlo in etanolo e mescolarlo alla benzina? Indovinate.

NON CERCATE MARCHE O ETICHETTE NON LE TROVERETE

Cargill ha attraversato la storia in punta di piedi. Com’è possibile che un’impresa fondata nel 1865, con 131.000 impiegati divisi in 67 paesi, con un fatturato annuo di 120.000 milioni di dollari, quattro volte quello di Coca-Cola e cinque quello di McDonald sia così sconosciuta? Come si spiega che una compagnia così gigantesca, con conti che superano l’economia del Kuwait, del Perù e di altri 80 paesi, sia passata inosservata? In parte perché è un’impresa familiare. Sì, i numeri stupiscono, ma Cargill non è quotata in borsa e non deve dar conto a nessuno. I soci sono uno sciame di discendenti dei fondatori, i fratelli William e Samuel Cargill, contadini dello Iowa che crearono un impero nel XIX secolo grazie a un silos di cereali collegato alla via ferroviaria in un paesino della prateria che non esisteva sulla cartina. Più tardi, un cognato – John MacMillan – prese le redini e per decenni, i Cargill e i MacMillan aggiunsero silos di grano, mulini, mine di sale, macelli e una flotta di navi mercantili. Oggi, circa 80 discendenti si suddividono i ricavati e giocano a golf. Di loro si sa poco, salvo che nelle feste gli uomini portano gonne scozzesi per onorare gli antenati. E che sette siedono nel consiglio d’amministrazione e sono nella lista Forbes dei più ricchi del pianeta, con fortune che si aggirano attorno ai 7000 milioni ciascuno. Il presidente della compagnia è Greg Page, un tipo flemmatico a cui piace dire, con lentezza, che Cargill si dedica “alla commercializzazione della fotosintesi”.

IN REALTA’ C’E’ POCO DA SCHERZARE

Quest’anno i prezzi degli alimenti di base sono aumentati in modo vertiginoso: il grano l’80%, il mais 63, e il riso, quasi il 10; i tre cereali che danno d mangiare all’umanità. Sono massimi storici, avverte la FAO, maggiori dei prezzi che nel 2008 causarono rivolte in 40 paesi e condannarono alla fame 130 milioni di persone. E i prezzi continueranno ad aumentare, pronostica il Financial Times. “Il prezzo dei cereali è critico per la sicurezza alimentare perché è l’elemento di base dei paesi poveri. Se i prezzi continuano a crescere ci saranno altre rivolte”.Le cause sono molteplici. Un insieme di siccità, cattivi raccolti e speculazioni. A guadagnarci sono in pochi. E tra loro ci sono le mastodontiche imprese che controllano il commercio mondiale dei cereali. Cargill ha triplicato i benefici nell’ultimo semestre e i suoi guadagni superano i 4000 milioni di dollari, record raggiunto nel 2008 nel pieno della crisi alimentare. La compagnia aveva scommesso che la siccità in Russia, uno dei grandi produttori mondiali, avrebbe obbligato Vladimir Putin a proibire le esportazioni per assicurare il consumo interno. E indovinò. “Abbiamo fatto un buon lavoro leggendo i mercati e abbiamo reagito rapidamente”, spiegò un portavoce di Cargill. In cosa consiste la reazione? Si tratta, essenzialmente, di giocare al Monopoli, comprando i raccolti nel mercato del futuro, cioè prima che sia piantato un solo seme, e di venderli poi in un posto o l’altro del pianeta, là dove risulti più proficuo..

 Traduzione a cura di MARIO SEI

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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 30 gennaio 2013 in Multinazionali

 

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UN PIANETA SEMPRE MENO OSPITALE PER LA VITA


BIOSFERAESISTE UN ELITE DI CONTROLLO IN GRADO DI MODIFICARE LA BIOSFERA PLANETARIA IN MODO DA RENDERLA OSTILE ALL’ UOMO?

Se si, da chi è composta e perché lo fa?Diamo un’occhiata alla situazione attuale degli Stati Uniti.La costa OVEST è inquinata dalle particelle radioattive provenienti dalla centrale giapponese di FUKUSHIMA, danneggiata al seguito di un forte terremoto e del conseguente TSUNAMI di probabile origine artificiale, come sembrerebbero indicare le innaturali isoterme della sera precedente al tragico evento. Le particelle radioattive sono riversate nell’ambiente statunitense grazie alle possenti CORRENTI A GETTO: venti di alta velocità e persistenza che attraversano l’emisfero boreale. Non esiste un limite sicuro per la radioattività: qualsiasi dose assorbita è infatti perniciosa per l’uomo, portando a gravi conseguenze nel breve e nel medio periodo.La costa SUD è invece inficiata dall’inquinamento prodotto dalle operazioni di dissolvimento del GREGGIO disperso in acqua a seguito dell’oscuro incidente alle piattaforme petrolifere della BP. Tale devastante evento è stato ‘mitigato’ aggiungendo alla mistura di greggio un disperdente neurotossico (COREXIT), sorprendentemente preferito ad altre opzioni di bonifica assai meno impattanti. Per la costa EST e l’entroterra, assistiamo all’incredibile operazione di aggiunta del FLUORO nell’acqua potabile, con la scusa puerile che possa favorire una buona salute dei denti, ragione poi sconfessata dagli stessi dentisti statunitensi. Il fluoro, aggiunto a casaccio e senza precisi dosaggi nelle acque degli americani, è tossico e pericoloso.

SOPRA TUTTO INCOMBONO LE BEN NOTE OPERAZIONI DI CONTROLLO CLIMATICO

(uragani e siccità compresi) con l’ausilio dei ben noti sistemi haarp e delle scie chimiche, la PROGRAMMAZIONE DEGLI EVENTI (auto attentati e stragi varie) e gli strali economici di una artefatta CRISI FINANZIARIA, con la sua origine accertata nella sola altissima finanza statunitense. Ultimo tassello di questa morsa agghiacciante, la diffusione ubiqua ed esponenziale degli ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI, riconosciuti come innocui dalla FDA ed invece ritenuti perniciosissimi da grande parte della comunità scientifica indipendente non prezzolata. Anche l’uso degli inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti contribuisce ad avvelenare pesantemente l’ambiente ma non sono al corrente della situazione negli Usa al proposito.Cercando quindi risposte alla prima domanda, ci dovremmo sforzare parecchio a non immaginare una comune regia dietro queste operazioni che hanno tutte un’apparente motivazione economica o strategica ma che, considerate tutte assieme, lasciano sbigottiti ad immaginare una probabile intenzionalità direttiva che le guida e conduce verso una rimodellazione nefasta del’ambiente naturale.

ALLA SECONDA DOMANDA SU CHI POSSANO ESSERE GLI AUTORI DI COTANTO SFREGIO

potremmo affermare che si tratti degli oligarchi del Bilderberg, oppure della cricca satanista dei transumanisti, oppure dei ‘fulminati’ di Baviera o chi per loro. È evidente però il desiderio di depravare l’umanità in senso materiale e spirituale (distinzione forse profondamente errata).Già perché chi controlla il mondo materiale controlla anche quello delle informazioni, utilizzandolo per disinformare costantemente e tenere la massa in una condizione di instabilità cognitiva, impedendole di osservare la complessità e l’interezza del reale e distraendola con continue somministrazioni di informazioni inutili, grazie anche alla forza delle bassissime seduzioni della CULTURA cosiddetta POP (sport di massa compresi): un costrutto verticistico e deleterio.Basti osservare cosa accade oggi in Siria: una monarchia stabile e benvoluta dal popolo viene dipinta come un feroce regime brutale contro cui, non truppe mercenarie estere infiltrate ma ‘coraggiosi insorti’, lottano per la libertà! Una colossale menzogna reiterata in ogni notiziario televisivo e cartaceo.La risposta alla seconda domanda è affidata ad ognuno di noi ed alle capacità personali di non ‘fingersi’ per comodità uno scenario compiacente ma di scavare in profondità senza timore di ciò che si possa trovare. Chi agisce per l’annichilimento dell’umanità potrebbe essere un gruppo di psicopatici associati, comunque lo si voglia denominare, oppure qualcuno che non partecipa della nostra stessa natura e per il quale vige la legge dell’inversione della morale e quindi un corruttore ed un depravatore, essenzialmente disumano.

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Redatto da Pjmanc:  http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 9 gennaio 2013 in Attualità

 

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RIDEFINITA LA MAPPA 2012 DELLA DEFORESTAZIONE – Piccoli segnali incoraggiati


ARRIVANO SEGNALI INCORAGGIANTI RIGUARDO ALLA PRATICA DELLA DEFORESTAZIONE CHE FINALMENTE SEMBRA IN CALO

Ci riferiamo nello specifico alla foresta amazzonica, il più grande polmone verde del Pianeta, dove la pratica del taglio indiscriminato delle piante ad opera dell’uomo è calata in 12 mesi del 23%.Un risultato che è frutto della nuova legge forestale approvata dal Parlamento brasiliano, definita dai più come un compromesso tra le esigenze governative, quelle di business, e le richieste delle organizzazioni ambientaliste. Un provvedimento deciso per tutelare gli equilibri di un’ ecosistema di importanza incalcolabile, e per non dover pagare negli anni a seguire catastrofiche conseguenze, come desertificazione e calamità imprevedibili.

TRA LE MISURE DEL PACCHETTO

L’utilizzo di un satellite per monitorare la perdita di vegetazione nella regione, anche se con risoluzione limitata e con l’impossibilità di scrutare le zone coperte da nubi.Il passo in avanti, in ogni caso, è stato fatto, soprattutto da parte della politica, che da sempre e ad ogni latitudine gestisce le redini di questa attività, la deforestazione. Dopo decenni di “violenze” sconsiderate, l’uomo inizia a prendere coscienza che il patrimonio naturale non è illimitato.Bisogna darsi una regolata, ma il buon esempio deve arrivare dalle istituzioni ed è qui che purtroppo le speranze ancora vacillano, nei paesi in via di sviluppo – parliamo soprattutto di Asia ed Africa, ma anche Sudamerica e Federazione Russa – i governi troppo spesso bypassano le buone intenzioni con accordi che di fatto lasciano il via libera a multinazionali in cerca di puro profitto.Coperti dalla corruzione, mezzi pesanti e ruspe distruggono intere porzioni di verde, e mettono in fuga (con metodi spesso barbari) le famiglie dai loro miseri insediamenti.C’è ancora molto da lavorare, siamo solo all’inizio, ma l’esempio brasiliano può avere segnato una svolta.

Fonte : http://www.tuttogreen.it

Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 18 dicembre 2012 in Multinazionali

 

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NASA scopre nuovo pianeta, “Kepler 22-B”: potrebbe ospitare la vita


SCOPERTA CHE HA SICURAMENTE DELL’INCREDIBILE

Quella effettuata dalla NASA. Esiste un pianeta “gemello” della Terra, ribattezzato “Kepler 22-B”, avente una temperatura media di circa 22 gradi e dove sarebbe possibile la presenza di oceani. L’unico intoppo sembrerebbe essere il fatto che il pianeta in questione si trova ad una distanza di ben 600 anni luce dal nostro sistema solare. L’esopianeta avrebbe una massa di 2,5 volte superiore a quella della Terra ed è stato rilevato due anni fa dal telescopio della NASA, Kepler. Data la sua immane distanza, non è possibile stabilire se esso sia interamente roccioso o meno, ma sta di fatto che è l’unico sinora scoperto a rientrare nella “Fascia dei riccioli d’oro”, ovvero ad una distanza tale da non risultare nè troppo freddo nè troppo caldo. Dunque, Kepler 22-B si propone come il miglior candidato finora conosciuto idoneo ad ospitare la vita. Douglas Hudgins, uno dei responsabili della missione Kepler, ha così commentato:“Questa è una pietra miliare lungo la strada per trovare il gemello della Terra”.

 

SIAMO STATI MOLTO FORTUNATI A IDENTIFICARE QUESTO CORPO CELESTE

 

Abbiamo osservato il suo transito appena tre giorni dopo aver iniziato le osservazioni” ha dichiarato William Borucki, uno dei responsabili al Centro di Ricerca Ames a Moffett Field, in California. ”Kepler” è stato lanciato nel marzo del 2009 ed ha il compito di cercare pianeti simili alla Terra al di fuori del nostro sistema solare, ruotanti attorno a stelle più o meno lontane dalla Via Lattea. La sonda è equipaggiata con un potente telescopio da 1,03 tonnellate, uno specchio principale di 1,4 metri di diametro e un’apertura di 95 cm, capace di inquadrare un campo pari a 105 gradi quadrati di cielo. La sonda è equipaggiata con un telescopio potentissimo da 1,03 tonnellate, uno specchio avente un diametro di 1,4 metri e 95 cm di apertura, in grado di inquadrare un campo di 105 gradi di cielo. Lo strumento è anche in grado di rilevare l’offuscamento periodico di una stella causato dal passaggio di un pianeta.

 

fonte : http://attualissimo.it

Redatto da Pjmanc:  http://ilfattaccio.org  

 
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Pubblicato da su 15 dicembre 2011 in Attualità

 

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Se il pianeta muore di bistecca.


 

PROVIAMO A RIFLETTERE ANCORA UNA VOLTA SULLA SCELTA DEGLI UOMINI

Di «sacrificare» animali in grandi quantità in occasione delle feste comandate, magari appena dopo un digiuno o un venerdì «di magro». Atteso che quasi nessuno ricorda più neppure lontanamente l’eventuale origine religiosa o tradizionale, resta l’ecatombe priva di senso logico e del tutto fuori linea rispetto al futuro ambientale del pianeta. Non è questione di empatia con altri esseri viventi. Non è, in altre parole, questione di decine di migliaia di agnelli sgozzati, di centinaia di migliaia di maiali dissanguati e milioni di polli costretti a vivere tutta la loro vita nello spazio di un foglio A4: nessun animale si comporta così verso gli altri, e già questo uso industriale e massivo di altri viventi ci porrebbe oggettivamente fuori dal corso naturale della storia del pianeta.Il fatto è che gli uomini non nascono carnivori né predatori, al contrario, come testimoniamo i ritrovamenti paleontologici per anni male interpretati: noi eravamo oggetto della caccia di tigri dai denti a sciabola insieme ai mammuth, non gli uccisori degli altri. Dentizione, lunghezza dell’intestino e molti altri caratteri testimoniano che eravamo destinati a mangiare vegetali e solo occasionalmente proteine di origine animale, carogne o animali malati cacciati per caso, un po’ come fanno altri primati.

 

NON E’ NEPPURE QUESTIONE DI SALUTE

Sebbene da tempo i dati medici espongano molto chiaramente che un eccesso di consumo di carni produca malattie cardiovascolari, diabete e tumori. I tre milioni di danesi che furono costretti dall’embargo del 1917 a una dieta di patate e orzo (da grandi consumatori di burro, latte e carni bovine che erano) videro ridotto il tasso di mortalità di quasi il 35%. Come a dire che vivere al vertice della scala delle proteine è piuttosto un rischio che non un vantaggio. Nelle culture carnivore occidentali l’incidenza del tumore al colon è dieci volte superiore a quella delle culture vegetariane asiatiche, tanto da arrivare alla conclusione che la sola quantità ottimale di consumo di carne rossa è zero.

 

 E’ UN’ALTRA PERO’ LA RAGIONE PER ABBATTERE IL CONSUMO DI CARNE

E’ una ragione ambientale nel senso più ampio del termine. Per allevare il complesso bovino mondiale, composto da quasi un miliardo e mezzo di capi, ci vogliono pascoli sempre più ampi: ma dove li impiantiamo, visto che la superficie di terre emerse è sempre quella e che, anzi, la terra migliore, quella più fertile e più vicina alle fonti d’acqua, è già virtualmente esaurita? Pervicacemente si sottraggono territori sempre più ampi alle foreste tropicali e pluviali, che però reggono uno sfruttamento industriale solo per cinque o sei anni, dopo di che non sono più fertili e dunque spingono a disboscare nuove terre. La carne sottrae foresta al mondo, visto che per ottenerne 1 kg ce ne vogliono 9 di mangimi: gli animali di allevamento non consumano liberamente erba come si crede, ma vengono «finiti» (come si dice) a cereali. E a chi verrano sottratti quei cereali, se non ad altri uomini, che per questo patiranno la fame? Un manzo di allevamento di 500 kg ha consumato 1200 kg di granaglie, come a dire che, solo negli Usa, 157 milioni di vegetali, che potrebbero essere consumati dagli uomini, finiscono invece a produrre 28 milioni di tonnellate di carne. E per allevare un manzo ci vuole tanta acqua quanto quella che serve a far galleggiare un incrociatore. Ha un senso tutto questo in un pianeta in cui sono milioni coloro che non hanno il mais per sopravvivere, mentre altri si devono mettere a dieta per ridurre i rischi del consumo di carne? Desertificazione, disboscamenti, sprechi d’acqua, alterazioni degli ecosistemi, inquinamento delle falde, incremento dei gas serra sono questi i veri motivi per cui dovremmo ridurre il consumo di carne. Ma mettere in conto i danni ambientali della bistecca è un tabù che nessuno si sogna di discutere seriamente.
Fonte : http://www.lastampa.it

Redatto da Pjmanc:  http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 12 dicembre 2011 in Attualità

 

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I 10 luoghi più radioattivi del pianeta


NON SOLO LUOGHI CONSIDERATI APOCALITTICI

Ma anche posti apparentemente incontaminati figurano in questa inquietante classifica dei dieci luoghi più radioattivi del pianeta. Tra essi anche il Mar Mediterraneo. Nonostante il terremoto del 2011 e le preoccupazioni per Fukushima abbiano riportato la minaccia della radioattività di nuovo nella coscienza pubblica, molte persone non si rendono ancora conto che la contaminazione è un pericolo che riguarda tutto il mondo. I radionuclidi figurano tra le prime sei minacce tossiche, come indicato da un rapporto del 2010 del Blacksmith Institute, una organizzazione non governativa che si occupa di inquinamento. Potreste restare sorpresi dalla posizione di alcuni dei luoghi più radioattivi al mondo – e quindi dal numero delle persone che vivono nel terrore per gli effetti che le radiazioni possono avere su di loro e sui loro figli.

 

10- Hanford, USA

Il sito di Hanford, a Washington, era parte integrante del progetto di bomba atomica degli USA, avendo prodotto plutonio per la prima bomba nucleare e per la bomba “Fat Man”, usata a Nagasaki. Durante la Guerra Fredda, il sito intensificò la produzione, fornendo plutonio per la maggior parte delle 60.000 armi nucleari americane. Anche se dismesso, contiene ancora due terzi del volume delle scorie altamente radioattive del paese – circa 53 milioni di litri di scorie liquide, 25 milioni di metri cubi di rifiuti solidi e 200 chilometri quadrati di acque contaminate al di sotto dell’area, che lo rendono il sito più contaminato degli Stati Uniti. La devastazione ambientale di quest’area dimostra che la minaccia della radioattività non è semplicemente qualcosa che può arrivare con un attacco missilistico, ma può nascondersi nel cuore del proprio stesso paese.

 

9- Il Mediterraneo

Da anni, la ‘Ndrangheta è accusata di aver usato il mare come un luogo comodo per sversare rifiuti pericolosi – scorie radioattive comprese – tariffando il sevizio e intascando i profitti. Legambiente sospetta che circa 40 navi cariche di rifiuti tossici e radioattivi siano scomparse nelle acque del Mediterraneo dal 1994. Se queste accuse fossero vere, dipingerebbero il quadro preoccupante di un quantitativo sconosciuto di scorie nucleari nel Mediterraneo il cui vero pericolo sarà davvero compreso quando le centinaia di barili si deterioreranno o se in qualche modo dovessero aprirsi. La bellezza del Mar Mediterraneo potrebbe davvero nascondere una catastrofe ambientale in corso.

 

8- La costa Somala

L’organizzazione mafiosa italiana appena citata non ha condotto i suoi loschi affari solo nei propri confini. Vi sono anche accuse che le acque e il suolo somalo, non protetti dal governo, siano stati usati per l’affondamento o l’interramento di scorie nucleari e metalli tossici – tra i quali 600 barili di rifiuti tossici e nucleari, e rifiuti ospedalieri radioattivi. Infatti, secondo il Programma Ambiente delle Nazioni Unite, i barili arrugginiti contenenti scorie trascinati sulle coste somale durante lo Tsunami del 2004 sarebbero stati scaricati in mare già negli anni ’90. La Somalia è un’anarchica terra desolata, e gli effetti di queste scorie sulla popolazione impoverita potrebbero essere addirittura peggiori di ciò che questa gente ha già sperimentato.

 

7- Mayak, Russia

Il complesso industriale di Mayak, nel nord-est della Russia, ha un impianto nucleare da decenni, e nel 1957 è stato teatro di uno dei peggiori incidenti nucleari del mondo. Fino a 100 tonnellate di scorie radioattive furono rilasciate in seguito ad una esplosione che contaminò un’area enorme. L’esplosione è stata tenuta segreta fino agli anni ’80. A partire dagli anni ’50, le scorie della centrale venivano scaricate nell’area circostante e nel Lago Karachay. Ciò ha portato alla contaminazione della riserva d’acqua sulla quale migliaia di persone fanno affidamento ogni giorno. Gli esperti ritengono che Karachay è forse il luogo più radioattivo del mondo, e oltre 400.000 persone sono state esposte alle radiazioni provenienti dall’impianto in seguito a diverse serie di incidenti accaduti – tra i quali incendi e micidiali tempeste di sabbia. La bellezza naturale del Lago Karachay nasconde i suoi inquinanti mortali, e i livelli di radiazione nei punti in cui le scorie radioattive scorrono nelle sue acque sono sufficienti ad uccidere un uomo nell’arco di un’ora.

 

6- Sellafield, UK 

Situata sulla costa occidentale dell’Inghilterra, Sellafield era originariamente una struttura che produceva plutonio per le bombe nucleari, ma in seguito si è indirizzata verso l’ambito commerciale. Sin da quando è diventata operativa, centinaia di incidenti si sono verificati nell’impianto, e circa due terzi degli edifici stessi sono ora classificati come rifiuti nucleari. L’impianto rilascia giornalmente qualcosa come 8 milioni di litri di scorie contaminate nel mare, rendendo il Mare d’Irlanda il mare più radioattivo del mondo. L’Inghilterra è famosa per le sue distese verdi e per i suoi paesaggi ondulati, ma, annidata nel cuore di questa nazione industrializzata c’è una struttura tossica, soggetta ad incidenti, che vomita scorie pericolose negli oceani del mondo.

 

5. Complesso Chimico Siberiano, Russia 

Mayak non è l’unico sito contaminato in Russia; la Siberia ospita un complesso chimico che contiene scorie nucleari accumulatesi per oltre quattro decadi. I rifiuti liquidi sono accantonati in piscine non coperte e container mal tenuti conservano oltre 125.000 tonnellate di rifiuti solidi, mentre lo stoccaggio sotterraneo è potenzialmente a rischio di perdita nelle acque sotterranee. Pioggia e vento hanno diffuso la contaminazione nella natura e nella zona circostante. Vari incidenti minori hanno portato alla perdita di plutonio e ad esplosioni che hanno diffuso radiazioni. Sebbene il paesaggio innevato abbia un aspetto puro ed immacolato, i fatti parlano chiaro sui veri livelli di inquinamento riscontrati nell’area.

 

4- Il Poligono, Kazakistan 

Un tempo, luogo dove l’Unione Sovietica effettuava i suoi test atomici, oggi quest’area fa parte del nuovo Kazakistan. Il sito fu destinato al progetto per la bomba atomica sovietica a causa del suo status di area “disabitata” – a dispetto del fatto che vivessero nell’area 70.000 persone. In questa struttura l’URSS fece detonare la sua prima bomba atomica; il luogo detiene il record di maggior concentrazione di esplosioni nucleari al mondo: 456 test nell’arco di 40 anni dal 1949 al 1989. Mentre gli esperimenti condotti nella struttura – e il loro impatto in termini di esposizione alle radiazioni – furono tenuti segreti dai sovietici fino alla chiusura della struttura nel 1991, gli scienziati calcolano che la salute di 200.000 persone sia stata direttamente danneggiata dalle radiazioni. Il desiderio di distruggere paesi stranieri ha portato allo spettro della contaminazione nucleare che incombe sulla testa di coloro che una volta erano cittadini dell’URSS.

 

3- Mailuu-Suu, Kirghizistan

E’ considerato uno dei dieci siti più inquinati della Terra dal rapporto del Blacksmith Institute del 2006. Le radiazioni a Mailuu-Suu non derivano da bombe nucleari o da centrali, ma dall’estrazione dei materiali necessari ai processi che queste comportano. L’area ospitava una struttura di estrazione e lavorazione dell’uranio; oggi restano 36 discariche di scorie di uranio – oltre 1, 96 milioni di metri cubi. La regione è anche a rischio sismico, ed una qualsiasi rottura del contenimento potrebbe scoperchiare il materiale o causare la caduta delle scorie nei fiumi, contaminando l’acqua utilizzata da centinaia di migliaia di persone. Questa gente potrebbe non dover mai vivere il pericolo di un attacco nucleare, ciononostante, hanno buone ragioni di temere una pioggia radioattiva ogni volta che la terra trema.

 

2- Chernobyl, Ucraina 

Teatro di uno dei più gravi e nefandi incidenti nucleari del mondo, Chernobyl è ancora fortemente contaminata, nonostante il fatto che ora ad un piccolo numero di persone sia consentito stare nell’area per un periodo limitato di tempo. Il famoso incidente provocò l’esposizione alle radiazioni per oltre 6 milioni di persone, mentre le stime riguardo al numero dei morti causati dal disastro di Chernobyl vanno dai 4.000 a addirittura 93.000. L’incidente rilasciò 100 volte più radiazioni delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. La Bielorussia ha assorbito il 70 per cento delle radiazioni, e da allora i suoi abitanti devono confrontarsi con un aumento dell’incidenza dei tumori. Ancora oggi, la parola Chernobyl evoca immagini orribili di sofferenza umana.

 

1. Fukushima, Giappone 

Le tragedie del terremoto e dello tsunami del 2011 hanno distrutto case e vite umane, ma gli effetti della centrale nucleare di Fukushima rappresentano forse il pericolo più duraturo. Il peggior incidente nucleare dopo Chernobyl ha causato la fusione del nocciolo di tre dei sei reattori, perdita di materiale radioattivo nell’area circostante e nel mare, rilevato fino a 200 chilometri dall’impianto. Siccome l’incidente e le sue conseguenze sono ancora in corso, non si conosce ancora la reale portata dell’impatto ambientale. Il mondo sentirà ancora gli effetti di questo disastro nelle generazioni a venire.

 

Fonte : http://www.peacelink.it

Redatto da Pjmanc:  http://ilfattaccio.org

 
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Pubblicato da su 8 dicembre 2011 in Attualità

 

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IL PIANETA DELL’INCROCIO + video


 QUELLO CHE VEDETE IN FOTO E’ LA RIPRODUZIONE DI MARDUK

Divinità della Mesopotamia indentificata anche con il Nibiru, patria degli Annunaki di cui si parla tanto. Niente di strano se lo ritroviamo raffigurato sui dinari iracheni, precisamente sul taglio da 25.000.

LO POTETE OSSERVARE

Sul lato sinistro della banconota nella sua forma stilizzata.
Ma non è l’unica banconota che lo rappresenta…

POSSIAMO INFATTI

trovarlo raffigurato addirittura in Europa e più precisamente in Svizzera sui 10 franchi del 1981, con il Sistema Solare in bella vista, i pianeti e le relative lune ed un corpo celeste che lo attraversa in un’orbita ellittica. Nibiru? Una cometa? Giudicate voi, ma come coincidenza mi sembra davvero eccessiva.

E CHE DIRE DEI 100 FRANCHI DEL 1998?

Cosa e chi rappresentano quelle strane figure alte e sottili? Giganti, Nephilim, Annunaki? Forse viaggio con la fantasia ma, la Svizzera, sulle sue banconote, non poteva mettere una barretta di cioccolato o un orologio a cucù? Mah… molto strano.

 

 

 

 

 

 

 

VIDEO

http://www.dailymotion.com/video/xiruje_nibiru-on-the-swiss-franc-banknote_music?start=9

Fonte :  AltraNews

Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio

 
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Pubblicato da su 21 ottobre 2011 in Attualità

 

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